Filosofia di intervento

Durante le fasi di lavorazione di un organo in restauro non si può prescindere da alcuni punti fermi tra cui i principali sono atti a rendere il passaggio di chi opera sul manufatto il meno percettibile possibile, nel tentativo di consegnare ai posteri strumenti senza ulteriori stratificazioni. Il primo obbiettivo del restauratore deve essere quello di porsi sempre alle spalle di chi ha realizzato lo strumento, senza lasciar trasparire le proprie tendenze, le proprie abitudini lavorative e le proprie convinzioni. Queste ultime in particolare possono influenzare le delicatissime fasi di intonazione contribuendo a creare quella sorta di appiattimento da alcuni giustamente definito "suono di bottega". Ciò contribuisce spesso ad alienare quelle sfumature, a volte anche solo appena percettibili, che differenziano i grandi organari del passato.

Ogni operazione deve essere condotta con criteri non invasivi e di assoluta reversibilità.
L'obbiettivo primario è sempre di conservare il manufatto al più alto stato di integrità possibile, ma dove si rendesse necessario sostituire qualche elemento per effettiva impossibilità di garantirne un perfetto e duraturo utilizzo nel tempo, questo verrà ricostruito in copia utilizzando materiali e tecniche costruttive il più possibile identiche a quelle dell'Autore. Tutto ciò può essere possibile solo attraverso una osservazione ed uno studio approfondito del manufatto, indagando anche i più piccoli ed apparentemente insignificanti particolari costruttivi prima di procedere a qualsiasi operazione. Un aiuto essenziale viene anche, dove possibile, da una ricerca archivistica preliminare, spesso chiarificatrice e fonte di preziosissime informazioni.

Tutte le componenti nuove che dovessero essere introdotte in uno strumento storico in fase di restauro sono quindi realizzare per quell'occorrenza, escludendo ogni elemento di fattura industriale o non in perfetta linea col manufatto in oggetto. Anche quelle apparentemente meno importanti, come chiodi, viti ed altro, saranno scelte seguendo i medesimi principi. Tutti i prodotti che entrano nella catena di lavorazione, dalle pelli alla ferramenta, dai prodotti di trattamento ai legnami, sono di prima qualità e scelti con cura.

 

Quindi essenze lignee sempre lungamente stagionate in apposito magazzino di stoccaggio e spesso provenienti dalla nostra terra. In particolar modo mi riferisco alla Noce nazionale, con cui sono realizzati i somieri e altre componenti importanti di strumenti usciti nei secoli scorsi dalle più prestigiose botteghe organarie e che non può essere sostituita da altre qualità provenienti da altri paesi (essenze esotiche, nocino, ecc.), spesso impiegate per il loro costo assai inferiore ma strutturalmente e visivamente assai diverse.

 

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