Brescia (Cattedrale)

Autore: 
G. Tonoli (1855) - D. Porro (1906)
Anno di intervento: 
2005 / 06
Tipo di intervento: 
Manutenzione straordinaria e restauro parziale

Si sono conclusi nel mese di marzo 2006 i lavori di manutenzione straordinaria con parziale restauro della manticeria del grande Organo G. Tonoli del Duomo Nuovo di Brescia. Ubicato in abside, proprio sopra l'Altar maggiore, conta 30 registri su due tastiere e pedale. Per l'occasione, prestando la massima attenzione al decoro dell'ambiente di culto in cui si andava ad operare, è stato realizzato un elegante e funzionale ponteggio multidirezionale corredato da apposito telone raffigurante la facciata.
Realizzato da Giovanni Tonoli nel 1855, conserva la monumentale facciata tripartita di 16 piedi del precedente Organo Bolognini. Nel 1906 Diego Porro effettua una riforma mantenendo gran parte del materiale originale.
Di quest'ultimo intervento citiamo solamente l'unione dei registri bassi e soprani in unica manetta, il raccorpamento del ripieno del G.O. oltre la Quintadecima in due soli registri (Ripieno a 4 file e Ripieno a 6 file) e l'abolizione della "controttava". L'estensione della tastiera originariamente di ben 73 tasti (DO-1 - Do6) è ora di 58 tasti (Do1 - La5). Pedaliera concavo parallela di 27 pedali (Do1 - Re3).
L'intervento di manutenzione straordinaria realizzato tra il mese di marzo 2005 e il marzo 2006 è stato finanziato direttamente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è stato seguito e coordinato da un'equipe della Soprintendenza di Brescia nelle persone del Dott. Diego Morato, Direttore dei Lavori, A.T.S. Aldo Berardinelli, Direttore Operativo e dell'Ispettore Onorario Prof. Flavio Dassenno

L'intervento

Il lavoro eseguito all’Organo “Tonoli-Porro” si colloca a metà strada tra i concetti di Restauro e di Manutenzione straordinaria. Infatti, mentre alcune componenti come il registro del Subbasso 16’, la pedaliera e molte canne di metallo, hanno richiesto il loro trasferimento in laboratorio, la grandissima parte delle operazioni di restauro sono state eseguite sul posto.
Dopo un attento esame di tutte le componenti da parte di una commissione della Soprintendenza, si è optato per questo tipo di intervento che, non comportando il totalmente smontaggio dello strumento, gli ha risparmiato così un inevitabile quanto inutile “stress”, visto che le condizioni in cui versava erano si di completo abbandono ma non tali da imporre un restauro radicale. Non di secondaria importanza è poi l’aspetto economico, visto che una siffatta operazione avrebbe richiesto una spesa quantomeno tripla rispetto a quella stanziata.
Questa prassi era un tempo molto in uso e da innumerevoli documenti pervenutici dai secoli scorsi veniva regolarmente effettuata a cadenza almeno decennale. Purtroppo attualmente viene assai scarsamente impiegata. Un tipo di intervento simile implica parecchie difficoltà logistiche che non tutti oggi accettano di affrontare (scomodità del posto di lavoro rapportata ad un ben attrezzato laboratorio, viaggi da e per.. , freddo pungente per tutto l’inverno ecc). I lavori in Duomo si sono protratti dal mese di marzo 2005 al marzo 2006.
I lavori  hanno avuto carattere strettamente conservativo. Tutte le stratificazioni apportate dalla riforma operata da Diego Porro nel 1906 e da Armando Maccarinelli nel 1935, con l’introduzione fra l’altro dell’elettroventilatore, sono state mantenute. Ora, dopo un lungo e attento lavoro, l’Organo è tornato in perfetta efficienza in ogni sua componente, potendo servire per lunghi anni la Cattedrale della nostra Città in occasione delle solennità liturgiche e, vogliamo sperare, per qualche evento concertistico di differente carattere, visto che la gran parte dei meravigliosi strumenti presenti in Città, tra i quali citerò in questa sede solamente l’Antegnati –Serassi del Duomo Vecchio, si prestano obbligatoriamente ad un repertorio assai diverso.
Da ultimo la mia soddisfazione per aver avuto la possibilità di lavorare su uno strumento uscito dalla più importante Fabbrica d’Organi della nostra Città in epoca storica recente, dopo il restauro effettuato lo scorso anno sul Tonoli, anch’esso del 1855, della parrocchiale di Fraine. Questi, unitamente ai Tonoli della Pieve di Rogno e della Parrocchiale di Niardo mi hanno fornito una mole di dati tale da poter confluire in un auspicabile ed ampio progetto di studi tonolliani di cui l’autore è ancora purtroppo carente.
Vista la notevole mole dello strumento e dei lavori eseguiti, in questa sede non ritengo possibile ed opportuno scendere più nel dettaglio. Chiunque desiderasse informazioni più dettagliate su un preciso argomento o particolare mi può liberamente contattare e sarà mia premura rispondere quanto prima. (Torna all'inizio)

Un poco di storia.

Firma autografa di Giovanni Tonoli rinvenuta presso l'archivio parrocchiale di Fraine (Bs) in occasione del recente restauro

Grazie al paziente e prezioso lavoro di ricerca archivistica condotto dal Prof. F. Dassenno il lavoro di ripristino dell'Organo del Duomo è supportato da importanti e utilissimi documenti coevi. Tra questi mi sembra interessante per chi legge riportare i due Progetti iniziali redatti da Tonoli, un piacevolissimo articolo giornalistico pubblicato in occasione dell'inaugurazione dei lavori,  l'atto di collaudo redatto dal M° Vincenzo Petrali ed il progetto di riforma operata da D. Porro nel 1906.

Progetto di rinovazio del Organo del Duomo Nuovo in Brescia

L' organo avra la stenzione della tastiera di sei ottave precise, in cominciera al Do, grave di piedi 16 ciò e Do, Re, Mi, fa, Sol, la, proseguendo colla scala semituonata fino al Do acutissimo per tasti 69.

 Discrizione dei registri 

Canne 1) Canne di stagno  2) Canne di piombo misto   3) Canne di legno
1   Principalle Basso in facia di 16  Vecchio       
2   Principalle soprano di seguito   Vecchio    37  
3   Principale 2do Basso di piedi 8 Novo  12   12
3   Principale 2do Basso di piedi 8 Vecchio  37    
5   Principale Basso 16 applicato al 2do Do Novo      24
6   Principale di seguito di 16    Novo  37    
7   Ottava Bassi di piedi 8 Vecchio  32    
8   Ottava soprani  Vecchio  37    
9   Duodecima Novo  69    
10 Decima quinta di 4 piedi   Vecchio  69    
11 Decima quinta, seconda Novo    61  
12 Decima nona  Vecchio  69    
13 Vigesima seconda Vecchio  69    
14 Vigesima seconda 2da Novo    69  
15 Vigesima sesta Vecchio  69    
16 Vigesima nona Vecchio  69    
17 Trigesima terza Vecchio    69  
18 Trigesima sesta Novo    69  
19 Quatrigesima prima  Novo    69  
20 Quatrigesima terza  Novo    69  
21 Flauto in Ottava Bassi  Vecchio 17    
22 Flauto in Ottava soprani Vecchio 37    
23 Voce Umana  Vecchio 37    
24 Ottavino soprani     Novo  37    
25 Fluta soprani Novo  37    
26 Violone Bassi Novo  32    
27 Cornetta in 8va    tutto di nuovo   37    
28 Cornetta in Duodecima   (unita con graffa al precedente) 37    
29 Cornetta in Decima quinta    37    
30 Cornetta in decima settima terza maggiore  (idem) 37    
31 Fagotto Basso   32    
32 Clarone Basso     32    
33 Trombe di 16 soprane   37    
34 Trombe di 8 soprani    37    
35 Corno Inglese         37  
36 Corno da Caccia      25 12
37 Tromboni ai pedali  di p. 6         12
38 Bombardone ai pedali   di 12 piedi         12
39 Timballi in tutti i tuoni          24
40 Contrabassi di 16 con valvole            6
41 Ottave contrabbassi   p. 8    (idem)     12
42 Contrabasso Armonico   di  p 12 con valvole        6
43 Ottave dei contrabbasso Armonico di 16          12
44 Viola Bassi 

Somiere maggiore a vento a borsini di noce lavorato in ottone portante i sopra e retro registri di mettalo N 6 altri somieri pei Contrabbassi, Tromboni, Pri.le 16, Timballi, e (...)
Due mantici a sufficienza a doppio alimentatore
Tastiera di tasti 69  Pedagliera e registratura  Due paratutti  Condotti dal vento, Crivello, Cattenaciature
Tutte queste Opere verranno da me eseguite in modo lodevole per Austriache L 8000

Progetto 2 (a matita) di rinovazione del Organo della Catedrale Duomo Nuovo

 

L'organo avra lastinzione di tasti 69 colla distribuzione regolare di piedi 16 ciò è Do, Re, Mi, fa, Sol, la, progredendo fino al Do, acuto

Descrizione dei registri che si devono usare del Vecchio Organo, per il nuovo     1) Canne di stagno 2) Canne di legno 3) Canne di piombo misto
1   Principale soprani di seguito alla faciata  37    
2   Principale 2do soprano   37    
3   Ottava Bassi di piedi 8 32    
4   Ottava soprani  di seguito  37    
5   Decima quinta  69    
6   Decima nona  69    
7   Vigesima seconda 69    
8   Vigesima sesta  69    
9   Vigesima nona 69    
10 Trigesima terza  69    
11 Flauto in Ottava Basso   17    
12 Flauto in Ottava soprani 37    
13 Voce Umana   37    
Registri da farsi Novi      
14 Principale in faciata prevalendosi del Mettalo della vecchia faciata di piedi 16 32    
15 Principale Basso di 16 applicato al 2do Do    24  
16 Principale soprani di seguito in 16 37    
17 Principale secondo di piedi 8 Basso 12 12  
18 Duodecima di ripieno       69
19 Decima quinta 2.da      69
20 Vigesima seconda      69
21 Trigesima sesta       69
22 Quatrigesima prima      69
23 Quatrigesima terza     69
24 Ottavino soprano 37    
25 Cornetta in Ottava 37    
26 Cornetta in Duodecima  37    
27 Cornetta in Decima quinta  37    
28 Cornetta in decima settima terza maggiore 37    
29 Violone Basso  29    
30 Fluta soprani  24    
31 Viola Bassi    32    
32 Fagotto Bassi  32    
33 Trombe di seguito di p. 8  37    
34 Clarone Basso     32    
35 Trombe di 16 soprani  37    
36 Corno Inglese      37
37 Corno da Caccia soprano   12 25
38 Contrabassi di 16 con Valvole    6  
39 Ottave dei Contrabbassi di piedi 8     12  
40 Contrabasso Armonico di piedi 12 con valvole   6  
41 Ottave dei Contrabbassi Armonico di piedi 6    12  
42 Timballi in tutti i Tuoni   24  
43 Tromboni ai pedali di piedi 6    12  
44 Bombardone di piedi 12   12  

Somiere maggiore di noce lavorato a borsine e ottone le Molle portante i sopra registri di Mettalo per tasti 69.
Mantici a sofficenza a doppio all’imentatori
Sumiere dei Trombni e Bombardone
Summiere dei Timballi
Summiere dei Contrabbassi di 16 e ottave di 8
Summiere dei Contrabbassi di 12 e ottave di 6
Summiere dei principali di 16 Basso
Summiere dei Corni da Caccia
Tastiera d’Ossa Bianca di tasti 69
Pedaliera di 21 pedale
Registratura con due paratutti
Condotti dal vento
Crivello per sostenere in colona, le Canne di Mettalo
Cattenaciature di ferro regolare con appositi occhietti d’ottone
Tutte queste operazione verrano da me eseguite in Modo lodevole per la somma di Austriache otto Milla dico A.L. 8000 in oltre l’organo Vecchio del quale ne appoffitero dei registri descritti per l’organo         Tonoli Giovanni Fabbricatore D’organi            Brescia il 12 Xbre 1854
Deducendo dalle opere proposte per  L.8000
Le aggiunte segnate in croce di          L.2700
Rimangono                                           L.5300
In oltre Le aus. 8000 Mi sara consegnato l’Organo Vecchio da potere adoperare quelle Canne di Mettalo dei registri dietro indicati. (Torna all'inizio)

Personalità e....coraggio!

In seguito ad accordi intercorsi in fase preliminare tra Giovanni Tonoli e la fabbriceria, a causa di ristrettezze economiche lo strumento avrebbe dovuto essere privo di molti registri, in particolar modo di quelli ad ancia, di maggior costo. Per tali registri si sarebbe attrezzato semplicemente il somiere per poterli comodamente inserire in un secondo tempo. Contrariamente a quanto pattuito però, in corso d’opera l’organaro non solo realizza lo strumento in ogni sua componente ma di sua iniziativa lo arricchisce con una lunga serie di migliorie.
Estende la tastiera a 73 tasti aggiungendo al grave 12 note (contrattava). Non si tratta di un semplice artificio meccanico attraverso il quale si utilizzano le canne dell’ottava superiore, ma realizza effettivamente un somiere di dimensioni enormi con 73 canali effettivi ospitanti fin dal Do-1 tutti i registri dell’Organo. Realizza ex novo anche quei registri per i quali si era stabilito di riutilizzare le canne del vecchio Organo, “per non sentire un distacco per la sua vecchia costruzione, poiché le lamine erano troppo suttili”, ma non solo!
Mentre in fase di progetto era previsto un Contrabasso di 16’, estende il registro di un semitono verso il grave, facendolo principiare dal Si di 17 piedi circa, anche per le relative ottave. Al lato pratico, per essere più chiaro, la pedaliera inizia comunque sempre dalla nota Do di 16’, ma anziché ritornare al grave dal Do2 come di consueto, al dodicesimo pedale inserisce la canna di 17’.
E ancora, per non dilungarmi eccessivamente citerò solo due registri ad ancia a “vento sforzato”, alimentati da un mantice appositamente dedicato e servito da due pompe indipendenti: una Bombarda di 16’ e una Tromba a squillo collocata sul somiere maggiore in posizione centrale, ma alimentata attraverso una apposita segreta posta dietro a quella principale, raggiungendo così ben 3500 canne su 60 registri.
In una nota spese inviata alla Fabbriceria in data 13 giugno 1856 specifica testualmente:

L’opera preffatta da sottoscritto Tonoli si estende a molti lavori ed Agiunte di registri non convenuti nel Contratto al solo Oggetto che riuscisse un Organo degno della Cattedrale. L’autore spera che troverà nella compiacenza compatimento al arbitrio che lo scrivente si è preso per che l’Opera riesca perfetta ed immune da censure che sarebbero indecorose anche alla stessa Cattedrale.

Brescia il 13 Giugno 1856 Giovanni Tonoli

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Gara d'appalto

Nei primi anni del secolo scorso, vuoi per le precarie condizioni della manticeria, ma in larga misura per dotare il Duomo di uno strumento più aderente alla “nuova filosofia” tecnica ed esecutiva, ….“riducendo l’Organo per quanto è possibile, in conformità ai postulati dell’ultimo Congresso di Musica Sacra di Torino”, si decide dopo insistenti richieste dell’allora organista di porre mano ad una vera e propria riforma indirizzando la scelta sui due organari bresciani più affidabili e noti: Bianchetti e Porro. Dopo una lunga serie di preventivi e di contatti epistolari i progetti si equivalgono quasi perfettamente anche nella componente economica. Ancora una volta l’organista viene interpellato e risponde con questa saggia quanto attualissima lettera.

On. Fabbriceria della cattedrale,
i due progetti di riforma dell’organo della Cattedrale, il I° della Ditta Bianchetti, il II° della Ditta Porro in sostanza si equivalgono.Rilevo che nel I° si propone il sistema pneumatico alla meccanica della basseria ed a quella dell’organo espressivo; questo sistema (se eseguito a perfezione) lo ritengo preferibile,  trattandosi di distanze notevoli. Dal II° rilevo: la sostituzione dei pedaletti ai pedaloni ora esistenti e l’aggiunta di 12 note al registro della Voce umana. Questa aggiunta deve essere senz’altro adottata; in quanto alla sopradetta sostituzione il sottoscritto l’approva, a condizione però che la meccanica permetta d’avere dei pedaletti di facile uso; poiché il pedaletto, per la sua forma e posizione, deve offrire al suonatore meno resistenza del pedalone. Il parere del sottoscritto sarebbe: di riunire in un progetto definitivo quanto vi sia di meglio nei due progetti presentati, e affidare l’esecuzione alla ditta che l’accetta. Prevedo che queste modificazioni verranno accettate da ambo le Ditte… e allora la gara si avrà sul prezzo dell’opera? Non esito a dichiarare che sarebbe cosa deplorevole. La cifra la ritengo già troppo bassa, e pericoloso potrebbe… il scendere ancora. E’ una mia convinzione, che questa concorrenza (parlo in generale, che si fanno i moderni organari sia dannosa a loro, e molto più ai committenti e all’arte. Ma: i signori collaudatori non sono responsabili di tante pessime riuscite? Si potrebbe giustamente chiedere? Bisognerebbe dilungarsi troppo a rispondere a simile domanda; dico solamente: che il collaudatore è ordinariamente un musicista, non un meccanico ne fabbricatore di canne, egli giudica dall’effetto che gli da lo strumento… ma quanto tempo dura lo strumento in questo stato?Lo può prevedere il M° di musica? Mi accorgo d’essermi dilungato in una discussione affatto inutile per il caso. L’On. Fabbriceria spero mi vorrà scusare e con questa speranza mi sottoscrivo devotissimo

Gio Premoli. Brescia 17 (dicembre) 1905

Tra i due viene scelto il Porro, che…”sembra offrire maggiori migliorie e maggior garanzia di riuscita”. Un successivo lavoro documentato sarà realizzato da Armando Maccarinelli per la S. Pasqua del 1935.
Ancora una volta si ringrazia il Prof. Flavio Dassenno per il prezioso materiale fornito. (Torna all'inizio)

La manticeria

Nella relazione di collaudo Vincenzo Petrali spende una parola d’elogio anche per la manticeria. Di generose proporzioni fornisce vento abbondante e stabile ad ogni corpo d’Organo senza alcun contraccolpo in ogni situazione.
La macchina del vento è composta da sei pompe doppie, affiancate a coppie, azionate simultaneamente da un volano in ghisa dal diametro assai generoso collegato ad un braccio a collo d’oca. Le due pompe posizionate in basso, poco al di sopra del livello del pavimento alimentavano un mantice a cuneo dedicato esclusivamente ai registri ad ancia a “vento sforzato”, una Bombarda di 16’ e una Tromba a squillo collocata al centro del somiere maggiore e comandata da apposita segreta posta dietro alla principale.
Le altre quattro pompe gonfiano in pochi giri di volano i due grandi mantici a cuneo che alimentano tutto il resto dell’Organo. All’interno della cella, un “levascosse” dalle generose dimensioni, un ulteriore vero e proprio mantice a cuneo, assicura aria costante e senza contraccolpi tra i somieri dei manuali e quelli del pedale.
Due profondi avvallamenti a forma di scarpa, sul pavimento in corrispondenza del punto d’appoggio dei piedi, documentando quanto in effetti i “levamantici” del Duomo si siano prodigati nel loro faticoso lavoro fino all’avvento dell’elettricità ed all’introduzione dell’elettroventilatore, forse ad opera di A. Maccarinelli nel 1935.
In questa sede si è provveduto ad un parziale restauro dei mantici sul posto, interessati da cedimenti delle pelli in particolar modo al mantice a “vento sforzato” e da rotture alle cerniere posteriori in cuoio, che non mantenendo coesi i fondi ed i coperchi hanno permesso la formazione di vistose fessurazioni in corrispondenza delle stesse.
Il grosso delle impellature è ancora in discreto stato di conservazione ed i pesi conservati in appositi contenitori chiusi generano una pressione ai somieri di 56 mm, costante in testa ed in coda ai canali. Da osservare che Maccarinelli, installando l’elettroventilatore elimina la doppia pressione ed uniforma l’intonazione dei registri ad ancia, sopprimendo la Tromba a squillo del G.O. (Torna all'inizio)

Rassegna stampa

Giornale di Brescia 30 marzo 2006
Fulvia Conter


 
 Giornale di Brescia 4 aprile 2006

Con Pierpaolo Turetta il primo concerto dopo il restauro

SULL’ORGANO DEL DUOMO NUOVO LA MAGNILOQUENZA DEL SUONO
Il Duomo Nuovo di Brescia ritrova il suono possente dell’organo Tonoli-Porro ed è un momento di gioia per tutti dato che lo strumento giaceva inutilizzato dai primi anni ’60, sostituito da un ben più modesto organo liturgico a trasmissione elettrica. Terminati i lavori di restauro conservativo finanziati dal Ministero e coordinati dalla Soprintendenza, lo strumento è tornato a nuova vita nel concerto di domenica sera affidato all’eccellente organista Pierpaolo Turetta, appuntamento che ha inaugurato nella nostra città la Settimana della Cultura promossa dal Ministero dei beni culturali. Per chi ha l’orecchio abituato alle sonorità rinascimentali dei raffinati organi Antegnati e all’esecuzione di repertori prevalentemente cinque o seicenteschi, ha dato un certo effetto riscoprire la turgida magniloquenza di uno strumento colossale del primo novecento. E il test scelto dal maestro Turetta per evidenziarne le doti e le potenzialità era indubbiamente dei più severi, concentrandosi su un repertorio che unisce ad un virtuosismo di chiara ascendenza pianistica, le ambizioni espressive del poema sinfonico, come avviene nelle magmatiche Variazioni di Liszt su “Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen” intessute di cromatismi quasi luciferini, poi purificati nella visione di fede delle ultime pagine, oppure all’interminabile Sonata sul Salmo 94 di Julius Reubke. Prima dell’inizio del concerto l’organologo Flavio Dassenno consulente della Soprintendenza ha ricordato le caratteristiche tecniche dello strumento. L’attuale restauro, condotto dall’organaro concittadino Gianluca Chiminelli su progetto dell’Arch. Diego Morato, ci restituisce uno strumento grandioso dotato di due tastiere, pedaliera e più di 2000 canne, in grado di emulare i celebrati modelli  d’Oltrealpe. Al concerto ha assistito il Vescovo, Mons. Sanguineti. Il folto pubblico ha applaudito le brillanti, precise, incandescenti esecuzioni di Turetta che comprendevano, oltre a Liszt e Reubke, anche la Fantasia K.608 di Mozart, il Benedictus op.59 di Reger e le Litanie di Jean Alain.
Marco Bizzarini
 

Notevole il concerto in Duomo Nuovo con lo strumento restaurato

ORGANO TONOLI, UN PORTENTO
Turetta esalta Mozart sulla tastiera ottocentesca
Il clima dell’inaugurazione del restauro di uno strumento musicale è sempre quello di una festa, e non ha fatto eccezione la serata di Domenica in Duomo Nuovo: si inaugura il ritorno al pubblico del grande organo “Tonoli” uno strumento ottocentesco ma carico anche di storia precedente, visto che alcune parti originali risalgono ai primi decenni del Settecento. Non solo quindi devoti e curiosi, l’altra sera in Duomo, ma anche molti organisti bresciani e alcune delle autorità cittadine, dal presidente della Provincia Alberto Cavalli al Vescovo Sanguineti. Hanno fatto gli onori di casa prima don Corti, parroco della Cattedrale, quindi l’organista Flavio Dassenno che ha spiegato per sommi capi la storia e le caratteristiche foniche dello strumento restaurato, poi quelle del programma che sarebbe stato interpretato da Pierpaolo Turetta. La serata musicale è stata dedicata ovviamente al tema della Passione – con la Settimana Santa ormai incombente – partendo dalle Variazioni su “Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen” di Liszt e continuando con “Jesu, nicht weinen” di Mozart. L’intento era quello di mostrare le caratteristiche di questo imponente strumento, la possibilità dei timbri, dei registri insomma, e Turetta in questo senso ha offerto uno spettacolo davvero di grande varietà oltre che di potenza, espressa soprattutto nella parte finale del programma con la poderosa e interminabile “Sonata in Do minore sul Salmo 94” di Reubke; che ha chiarito a tutto il pubblico non solo le straordinarie capacità tecniche di Turetta, ma anche quelle espressive dello strumento rimesso a nuovo. Ora si spera che tanta fatica e tanto dispendio economico possano avere riscontro in un uso il più possibile frequente del “Tonoli”. E, visto che il Duomo Nuovo ospita anche un secondo organo, si potrebbero organizzare anche concerti per “cori battenti” come nella grande tradizione veneta. E’ solo un’idea, ma affascinate.
Luigi Fertonani  (Torna all'inizio)


 



 

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